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CASCATE DI ACQUAFRAGGIA (SONDRIO)
Muore dopo un volo di 50 metri dalle cascate: «Recinzione scavalcata per un selfie»

La vittima, Patrizia Pepe, 42 anni. Il fidanzato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Gravedona: è precipitato nel vuoto nel tentativo di afferrarla.

ACQUAFRAGGIA (SONDRIO) Quella che doveva essere una domenica di svago in uno dei luoghi più suggestivi della parte italiana della Val Bregaglia, al confine con la Svizzera, si è trasformata in tragedia. Una donna, Patrizia Pepe, 42 anni, originaria di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, ma con casa in Brianza, a Seregno, stava passeggiando lungo il sentiero che porta in cima alle cascate di Acquafraggia, nel comune di Piuro. Ad un tratto è scivolata forse mentre tentava di scattarsi un selfie nel punto dove la cascata si biforca regalando uno spettacolo mozzafiato. Un volo di oltre cinquanta metri che non gli ha lasciato scampo.

Con lei c’era il fidanzato, un torinese di 36 anni. Lui è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Gravedona. Nel tentativo di afferrarla è precipitato anche lui nel vuoto.

Sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso alpino della stazione di Chiavenna, insieme all’elicottero di Sondrio, agli specialisti del Sagf della Guardia di Finanza, carabinieri e vigili del fuoco. Particolarmente complicate le operazioni di recupero avvenute sotto gli occhi dei tanti turisti che si trovavano nell’area verde ai piedi della cascata. Troppo gravi le ferite riportate dalla 42enne, i medici hanno potuto solo constatarne il decesso. Fratture e ferite gravissime per il compagno trasportato in elicottero all’ospedale di Gravedona dove è ricoverato in prognosi riservata. «Dalle prime ricostruzioni — spiega il sindaco di Piuro, Omar Iacomella — pare che la donna abbia scavalcato la delimitazione in acciaio, si sia tolta le scarpe e abbia attraversato la parte sommitale della cascata a piedi nudi. Cosa assolutamente vietata dal regolamento e dai cartelli. Si è consumata una tragedia e ai famigliari della vittima è rivolto il nostro cordoglio. Ma la montagna non è un luna park. È meravigliosa e va frequentata con saggezza perché non accada più nulla di simile».

Dallo stesso punto lo scorso anno era precipitata un’altra giovane, miracolosamente sopravvissuta alla terribile caduta.

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