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Risolto il giallo sull’omicidio di Blessing, la ragazza nigeriana 25enne. E’ stato l’ex fidanzato

Secondo gli inquirenti a strangolarla con un elastico sarebbe stato il suo ex partner, il 34enne di orgini ghanesi, George Kyeremeh ossessionato dalla gelosia

RHO – Svolta nelle indagini sull’omicidio di Blessing Tunde, la ragazza nigeriana di 25 anni trovata morta il 12 maggio in un prato a Mazzo di Rho, nell’hinterland milanese, dove si prostituiva. Questa mattina, venerdì 11 giugno, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di via Moscova guidati dai colonnelli Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo,  hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Angela Laura Minerva nei confronti di un 34enne di orgini ghanesi, George Kyeremeh. Si tratta dell’ex fidanzato della vittima e operaio presso un’impresa di pulizie a Primaticcio. I sospetti si erano subito concentrati su di lui. Ed era stato anche interrogato per due giorni. Lui aveva negato di averla uccisa ma aveva raccontato della loro relazione sentimentale e della fine, a metà aprile: “Mi ha detto che suo papà non voleva che sposasse un ghanese e quindi mi ha mandato via da casa”. E aveva parlato anche della sua gelosia: “Se Blessing aveva bisogno dì qualcosa doveva chiedere solo a me. Sono una persona gelosa. Come mio papà. lo non voglio che la mia ragazza, ad esempio, abbia il numero di telefono di altri uomini”. Potrebbe quindi essere stato proprio la gelosia il movente dell’omicidio. L’uomo infatti era ossessionato dalla ragazza, anche dopo la rottura. Ma lei non voleva più saperne di lui. Non c’era più margine tra la sua vita e l’uomo che voleva farle da padrone. E lui ha allora deciso di strozzarla con un elastico, tra gli sterpi e confezioni di preservativi.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti e grazie ad alcune scene immortalate da una telecamera di videosorveglianza, l’uomo avrebbe raggiunto la 25enne sul luogo del delitto nel primo pomeriggio del 3 maggio, dove la ragazza si prostituiva, e l’avrebbe uccisa e poi abbandonata esanime ai margini di una radura, dopo averle rubato i contanti che aveva con sé e due cellulari. Per questo, oltre che di omicidio volontario, il 34enne dovrà rispondere anche di furto.

Le indagini, avviate immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere, grazie ad attività tecniche di intercettazione e di analisi dei sistemi di videosorveglianza, hanno permesso di stabilire che si è trattato di femminicidio. La relazione sentimentale tra i due era durata circa tre mesi e si era conclusa più o meno un mese prima del delitto.

Al ritrovamento del cadavere, la ragazza era vestita – il che ha fatto escludere subito l’ipotesi di un’aggressione sessuale – e aveva con sé la borsetta, al cui interno è stata trovata una tessera sanitaria. Da lì gli investigatori erano risaliti alla sua identità e alla denuncia di scomparsa presentata il 7 maggio dalla coinquilina, una connazionale con la quale Tunde condivideva una casa a Novara.

Il medico legale, nella sua analisi, aveva certificato che il decesso era avvenuto con ogni probabilità per asfissia. La morte della donna, secondo quanto ricostruito, risale a quasi dieci giorni prima rispetto al ritrovamento da parte di un passante: in particolare al 3 maggio, nel primo pomeriggio. La visione delle telecamere di sicurezza installate in zona e le analisi di alcune tracce genetiche hanno messo nei guai l’ex partner della vittima. I due avevano appunto avuto una relazione durata tre mesi, interrotta da qualche settimana. Circostanza, quest’ultima, che ha portato il ghanese a raggiungere la nigeriana a Rho e a strangolarla con un elastico e non con le trecce della parrucca, come si era ipotizzato inizialmente.

 

 

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