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ABUSI SESSUALI SU MINORI
Busto Garolfo, arresto di don Emanuele: oggi sarà interrogato dal giudice. Prove e testimonianze contro di lui

Don Emanuele è stato arrestato da agenti in borghese mentre passeggiava a Bardonecchia dove era in vacanza con i ragazzini dell’oratorio Sacro Cuore di Busto Garolfo

BUSTO GAROLFO – Il paese è sotto shock. A Busto Garolfo, ma anche in tutto l’Altomilanese, da ieri non si parla di altro. La vicenda degli abusi sessuali ai danni di minori che avrebbe perpetrato don Emanuele Tempesta, ha suscitato sdegno e rabbia. Tante, tantissime (attraverso i social, in piazza o nei bar) le prese di posizioni contro il sacerdote, seppur ci sia anche in paese chi preferisce evitare di sputare sentenze e aspettare la conclusione dell’iter processuale: “Ama stare con i giovani, di sicuro qualche genitore deve aver equivocato i suoi atteggiamenti”.

Secondo le prime indiscrezioni che trapelano, però, le prove e le testimonianze contro don Emanuele – raccolte dagli inquirenti – sarebbero diverse e schiaccianti. Ora però sarà l’autorità giudiziaria a vagliare tutte le carte processuali e ascoltare cosa avrà da dire il sacerdote a sua difesa: al momento dell’arresto è rimasto in completo silenzio. E’ fissato per oggi il suo interrogatorio di garanzia davanti alla giudice delle indagini preliminari Luisa Bovitutti. E si spera possa chiarire la sa posizione. Per il momento l’unica certezza è che don Emanuele Tempesta, 29 anni e sacerdote di Busto Garolfo, dovrà rispondere dell’accusa di abusi sessuali ai danni di minori compiuti nel periodo che va dal febbraio 2020 al maggio 2021. E’ stato arrestato dalla Squadra mobile e si trova ora agli arresti domiciliari.

Sono almeno sette gli episodi contestati. Gli abusi sarebbero avvenuti nella casa del sacerdote e i minori avrebbero tra i 7 e i 12 anni. Nato nel 1992 a Rho, dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta nel giugno 2019, don Tempesta ha ricevuto l’incarico di Vicario parrocchiale a Busto Garolfo (Milano), nelle parrocchie di Santa Geltrude e dei Santi Salvatore e Margherita.

Secondo gli inquirenti della procura di Busto Arsizio (pm Flavia Salvatore), che coordinano le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Milano, i casi di abusi potrebbero aumentare già nelle prossime ore. Gli investigatori stanno raccogliendo infatti altre testimonianze, che potrebbero allargare lo scenario delle indagini anche ad altre vittime.

I fatti contestati, dicevamo, riguardano il periodo compreso tra febbraio 2020 e maggio 2021 (anche se durante i due mesi del primo lockdown del 2020 non si sarebbe verificato alcun episodio) su vittime di età che vanno dai sette ai 12 anni. Queste avrebbero subìto abusi nella casa del religioso. I loro racconti hanno messo in allarme le madri, che hanno fatto partire le indagini. Gli agenti della Mobile, dopo le denunce, hanno ascoltato tutti i minori coinvolti in forma protetta, ma, secondo quanto riferito dalla Questura del capoluogo, ulteriori accertamenti sono in corso. L’inchiesta, dunque, attraversa una fase molto «delicata», e per questo motivo la polizia mantiene stretto riserbo. Si sa comunque che Don Emanuele è stato arrestato, con la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, da due uomini e una donna in borghese (erano agenti della Squadra mobile di Milano) mentre passeggiava a Bardonecchia nella struttura dove è in vacanza con i ragazzini dell’oratorio Sacro Cuore di Busto Garolfo. Pallido in volto, il sacerdote ha chiamato da parte un animatore limitandosi a dire: “Devo andare a casa”. Don Emanuele è stato così accompagnato a casa dagli agenti e adesso si trova  ai domiciliari.

Ai ragazzi presenti a Bardonecchia, circa una sessantina, è stato detto che il religioso è dovuto rientrare immediatamente a Busto Garolfo per problemi gravi in oratorio a causa di alcuni furti. La verità, appunto, era ben altra.

«La Diocesi di Milano prende atto con stupore e dolore di questa notizia e si impegna sin da subito ad approfondire i fatti, applicando le indicazioni del diritto universale della Chiesa e della Cei e a seguire le indicazioni che le verranno date dalla Santa Sede», si legge in una nota della Diocesi: «Nell’assicurare la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per accertare la verità dei fatti, la Diocesi desidera altresì precisare che non è mai giunta alla Curia, al Vicario di zona e al parroco alcuna segnalazione relativa ai fatti oggetto dell’indagine. L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, esprime la propria vicinanza alle comunità parrocchiali di Busto Garolfo e in particolare a tutti i soggetti in vario modo coinvolti nella vicenda».

Nel ribadire «il suo impegno per garantire la migliore tutela a tutti i minori coinvolti nelle iniziative pastorali», la Diocesi ricorda che il 23 novembre 2019 è stato costituito il «Referente diocesano per la tutela dei minori» che, seguendo adeguate modalità di contatto, «ha la finalità di accogliere le segnalazioni relative a presunti abusi su minori e di raccogliere gli elementi per una prima valutazione dell’Ordinario».

 

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