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LA LEGGE DEL BUON SAMARITANO
Tutti possono salvare una vita: approvata la legge sull’utilizzo dei defibrillatori

Una vittoria per tutti, anche per chi da anni si è battuto per questa giusta causa, come Mirco Jurinovich, presidente di Sessantamilavitedasalvare Alto Milanese

LEGNANO – Finalmente utilizzare il defibrillatore per salvare la vita a una persona colta da arresto cardiaco, non potrà mai, in nessun caso, configurarsi come reato. La cosiddetta “legge del buona samaritano” è stata definitivamente approvata. Una vittoria per tutti, anche per chi da anni si è battuto per questa giusta causa, come Mirco Jurinovich, presidente di Sessantamilavitedasalvare Alto Milanese, realtà del territorio che ha portato avanti una battaglia di civiltà durata la bellezza oltre dieci anni. Entusiasmo e soddisfazione anche per tutti i volontari dell’associazione, vero e proprio punto di riferimento a Legnano e Legnanese (ma non solo) sull’utilizzo e e la diffusione dei defibrillatori aut. Sono stati tra i primissimi a livello nazionale a chiedere una garanzia in più che «salvi» chi decida di intervenire per salvare una vita.

La proposta di legge sui defibrillatori automatici esterni (Dae) è stata approvata  definitivamente dalla Commissione Affari Sociali della Camera e diventa legge dello Stato a conclusione di un iter che ha visto una prima approvazione alla Camera nel luglio 2019 cui è seguito l’ok del Senato nel maggio del 2021. In estrema sintesi, la legge introduce l’ “immunità” per chiunque utilizzi i defibrillatori: sono escluse responsabilità legali quando si presta soccorso con questi dispositivi salvavita. Questa è la novità più importante introdotta dal disegno di legge 1441 sui defibrillatori.

Sono stati necessari 7 diversi disegni di legge, presentati in Parlamento negli ultimi 13 anni, per riuscire ad arrivare all’approvazione definitiva, in sede legislativa, della norma che promuove l’utilizzo e la diffusione dei defibrillatori. La legge prevede lo stanziamento di due milioni di euro e il posizionamento dei dispositivi salvavita nelle sedi delle pubbliche amministrazioni con almeno 15 dipendenti e con servizi aperti al pubblico, nei mezzi di trasporto, nelle scuole e nelle università.

“Questa legge appena approvata definitivamente – ha commentato Mirco Jurinovich – è capace di contrastare efficacemente le 60.000 vittime causate ogni anno in Italia dall’arresto cardiaco improvviso, aumentate a più di 100.000 nel 2020 in conseguenza della pandemia (fonte: New England Journal of Medicine, ndr). Nonostante i frontespizi dei ddl riportassero chiaramente questi drammatici numeri e le soluzioni per ridurre drasticamente i decessi, riconoscendo come unica terapia efficace la defibrillazione precoce, questa patologia non ha mai sollevato un adeguato allarme sociale. Dopo l’unanime approvazione della Camera il 30 luglio 2019, il ddl è stato assegnato alla 12a commissione igiene e sanità del Senato per quella che doveva essere una mera formalità legislativa ma che si è trasformata in una inaccettabile odissea lunga 2 anni”. Finalmente ora il dado è tratto.  Il tanto agognato provvedimento è stato approvato

“Con questa legge – aggiunge Mirco – sono diventate operative alcune importanti intuizioni avute più di 20 anni fa da Daniela Aschieri e dal prof. Alessandro Capucci che, primi in Europa, avevano avviato un progetto di defibrillazione pubblica a Piacenza: la liberalizzazione dell’uso del defibrillatore in tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione, scuole comprese, e sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza, introduzione per le centrali 118 di una applicazione che permetterà di attivare una rete di soccorso sociale e di individuare i defibrillatori più vicini al luogo dell’evento. Da oggi, in poi, nelle scuole si potranno svolgere attività di formazione e ogni cittadino potrà usare il Dae liberamente -. Una battaglia di civiltà durata più di 10 anni, portata avanti con gradi sforzi e caparbietà, grazie anche al supporto dell’onorevole Riccardo Olgiati che ha creduto nel progetto sin dal primo giorno della sua elezione. Consapevoli che questa legge consentirà di quadruplicare le percentuali di sopravvivenza dei soggetti colpiti e di portare contemporaneamente un significativo risparmio della spesa sanitaria, il pensiero va alle migliaia di vite sfuggite via a causa della mancanza di un fondamentale strumento al quale la politica, in passato, non ha saputo dare il giusto peso”.

Più nel dettaglio, la legge prevede novità rilevanti per rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco come l’obbligo dell’introduzione a scuola dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, l’obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori, uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei Dae in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole e università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi). La nuova legge sui defibrillatori automatici esterni rappresenta quindi una tutela per la vita e la salute delle persone perché introduce elementi che migliorano il primo soccorso in caso di arresto cardiaco.

Va ricordato che in Europa si verificano ogni anno circa 400mila arresti cardiaci (60mila in Italia) e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. La percentuale di sopravvivenza è dell’8%. Le misure previste dalla nuova legge si propongono pertanto di coinvolgere maggiormente i cittadini nel primo soccorso e di dare loro gli strumenti per farlo: oltre ai 10 milioni di euro per l’installazione dei Dae in luoghi pubblici molto frequentati, all’obbligo di insegnamento a scuola delle manovre di primo soccorso e all’obbligo per le società sportive di dotarsi di defibrillatore, è previsto per esempio l’obbligo per il 118 di fornire ai cittadini le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco, per fare il massaggio cardiaco e per utilizzare il Dae e l’introduzione di applicazioni per la geolocalizzazione dei Dae. La legge inoltre stabilisce che, in assenza di personale sanitario o di personale non sanitario, ma formato sul primo soccorso, anche i cittadini comuni, che non hanno ricevuto una formazione specifica, siano autorizzati a utilizzare i Dae.

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