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IL CASO
Legnano, l’elettricità costa troppo: chiusa la vasca olimpionica di viale Gorizia

Colpa del calo degli ingressi dovuto alla situazione pandemica ma anche all’aumento esponenziale della bolletta dell’elettricità che supera il 35%.

LEGNANO – Solo lo scorso giovedì 10 febbraio l’amministrazione comunale di Legnano aveva aderito all’iniziativa di Ali, Autonomie locali italiane,  spegnendo per mezz’ora gli impianti di illuminazione dei monumenti della città.  Un gesto simbolico, che ha coinvolto tra gli altri luoghi del cuore cittadini, palazzo Malinverni, il Castello e la basilica di San Magno, promosso con la finalità di sensibilizzare il Governo sul caro bolletta che per gli enti locali, in questo periodo e in prospettiva, rappresenta un problema terribilmente concreto: un aggravio che, per la totalità dei Comuni italiani potrebbe aggirarsi  sui 550/600 milioni di euro annui.

L’aumento delle spese per la corrente elettrica che andrà ad impattare sulle casse comunali potrebbe dunque arrivare anche a mettere a rischio alcuni servizi erogati dai Comuni stessi, già duramente provati dal periodo pandemico.

Il binomio pandemia/ escalation del costi ha già purtroppo prodotto un nefasto effetto anche Legnano, colpito dalla contingenza come del resto altri enti locali del territorio.

A partire da lunedì 14 febbraio, diventando insostenibile mantenere l’apertura della piscina olimpionica di viale Gorizia,  il Comune e Amga Sport hanno infatti deciso di tenere in funzione solo la vasca da 25 metri per scongiurare la chiusura totale dell’impianto natatorio “Ferdinando Villa”.

Tra il calo degli ingressi dovuto alla situazione pandemica e l’aumento esponenziale della bolletta dell’elettricità che supera il 35%, è difatti diventato antieconomico consentire l’apertura della vasca da 50 metri. Mantenere in funzione la sola vasca da 25 metri permetterà un risparmio che, proiettato sull’attività al coperto nel 2022 (da metà febbraio sino alla metà di maggio e dalla ripresa dell’attività in settembre al termine dell’anno), si stima in 300mila euro, cifra risultante dalla differenza fra costi di funzionamento (600mila euro) e incassi (300mila euro). Saranno garantiti i corsi già avviati e, pur con una riduzione degli spazi, l’attività delle società sportive. Il nuoto libero sarà concentrato alla fascia mattutina.

«Riusciamo a garantire l’apertura di una vasca, cosa che non è affatto scontata in una situazione di difficoltà eccezionale –commenta Guido Bragato, assessore allo Sport -. Si tratta di una decisione che è stato difficile prendere pensando a utenti e società sportive, ma, purtroppo, necessaria. Tutti gli impianti natatori stanno scontando l’effetto combinato della pandemia e del “caro bolletta”; fattore, quest’ultimo, che nella gestione di una piscina ha un peso determinante. Chiudiamo l’olimpionica sino a metà maggio con l’auspicio che un intervento governativo sui costi, chiesto dai Comuni a gran voce, permetta di superare l’emergenza. Alle associazioni sportive va il ringraziamento dell’amministrazione per aver compreso la situazione e per la disponibilità ad adattarsi a una riduzione degli spazi, che è l’unico modo per tenere aperta la piscina. Mi preme comunque sottolineare che, se da un lato la situazione contingente ci costringe ad affrontare queste difficoltà, dall’altro il nostro impegno per trovare una soluzione strutturale ai problemi dell’impianto è già avviato».

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