In passato Pignani aveva dato segni di squilibrio. In particolare nel maggio scorso la madre aveva richiesto l’intervento dei carabinieri nella loro abitazione in via di Colle Romito perché il figlio la stava minacciando con un coltello. I militari dell’Arma avevano bloccato il 34enne accompagnandolo poi in ospedale dove era stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Poi era stato dimesso dopo una notte trascorsa in osservazione. Ingegnere informatico, al momento senza lavoro, Pignani era noto nella zona come un personaggio problematico e a volte anche violento che girava con una pistola in tasca che tirava fuori per impaurire le persone con le quali discuteva per i motivi più banali. «Viveva qui da poco – dicono alcuni residenti – ma fin dall’inizio si è capito che avrebbe dato problemi». Si indaga dunque per capire se si sia trattato di una vendetta o di un raptus improvviso. Da chiarire ancora i rapporti del killer con il padre dei due fratellini, Domenico Fusinato, che sta scontando una pena di due anni ai domiciliari.
Quanto alla pistola in possesso dell’uomo, l’avrebbe conservata dopo la morte, circa un anno fa, del padre, che era una guardia giurata. Gli agenti avevano perlustrato allora la casa, me nessuna arma era stata trovata. Per questo era stata sporta denuncia.
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