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ABUSI SESSUALI
Busto Garolfo, “Don Emanuele mi ha toccato”. Raccapriccianti i racconti dei bambini

Sette le vittime accertate fino a ora, in otto episodi distinti, anche se gli inquirenti avrebbero già raccolto altri elementi relativi a ulteriori casi

BUSTO GAROLFO – Ha negato ogni addebito. Don Emanuele Tempesta ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari e ha respinto tutte le accuse che gli sono state rivolte. Per il sacerdote di 29 anni, ora agli arresti domiciliari, sarebbero quindi solo delle calunnie, delle menzogne i racconti dei bambini dell’oratorio di Busto Garolfo che sarebbero state vittime  degli abusi sessuali del religioso. Oggi, 19 luglio, don Emanuele si è presentato in Procura davanti al gip di Busto Arsizio Stefano Colombo e alla presenza del pubblico ministero Flavia Salvatore. Accompagnato dal suo avvocato difensore Mario Zanchetti (quest’ultimo ha preferito non rilasciare alcun commento) ha negato di aver mai commesso alcun abuso sessuale ai danni di minori. Ha giurato e ribadito la propria estraneità alle gravissime accuse che gli vengono mosse. Eppure contro di lui ci sarebbero le testimonianze raccolte dagli inquirenti. Racconti raccapriccianti. Dettagliati. Almeno sette bambini – tutti di età compresa tra i 7 e i 12 anni – hanno parlato di abusi sessuali che avrebbero subìto nel periodo che va dal febbraio 2020 al maggio 2021. Tutti avvenuti nella casa del sacerdote. Nel suo ruolo di vicario parrocchiale a Busto Garolfo – nelle parrocchie di Santa Geltrude e dei Santi Salvatore e Margherita – don tempesta avrebbe approfittato dei bambini, con attenzioni morbose e atti sessuali. Gli elementi che, sino a questo momento, compongono il quadro accusatorio, e il numero non certo esiguo di parti offese individuate dai detective in queste settimane, non sembrano davvero giocare a suo favore. Le indagini della quarta sezione della Mobile sono andate spedite fin da subito, ovvero dalle denunce presentate alla fine di maggio, quando le prime due mamme hanno ascoltato le confidenze dei figli: «Il don ci ha toccato…», dicevano, i bambini, aggiungendo  il nome di un amico, di un compagno che si trovava con lui nell’abitazione del prete, (un immobile incorporato al complesso parrocchiale), per fare tornei alla Playstation o i giochi di ruolo. Da quel momento, l’inchiesta coordinata dal pm di Busto Arsizio Flavia Salvatore si è allargata presto ad altri bambini, man mano che le prime vittime raccontavano chi era presente in quegli incontri, andando a ritroso fino a febbraio dello scorso anno, appena prima del Covid e del lockdown. Sette le vittime accertate fino a ora, in otto episodi distinti, anche se gli inquirenti avrebbero già raccolto altri elementi relativi a ulteriori casi. Gli agenti, nei giorni scorsi, si sono così presentati con il provvedimento cautelare in mano per arrestare il prete 29enne, cresciuto a Cornaredo. Lo hanno raggiunto a Bardonecchia, in provincia di Torino, dove era appena arrivato per iniziare un campo estivo con alcuni ragazzi dell’oratorio di Busto Garolfo. E da lì è proseguito ancora il lavoro investigativo, attraverso l’analisi tecnica del materiale sequestrato nella canonica: un tablet, due telefoni cellulari, un computer e la consolle per i giochi, che si può collegare alla rete internet. E proseguono anche le audizioni protette dei minori, che avvengono, giusto precisarlo, sempre alla presenza di psicologi.

E intanto a Busto Garolfo continuano le prese di posizione contro o a difesa del prete. C’è chi (la stragrande maggioranza) esprime rabbia e la speranza che ci possa essere al più presto una condanna esemplare. E c’è chi invece invita alla prudenza e ad aspettare la conclusione dell’iter giudiziario prima di sputare sentenze.  Su quanto accaduto, si è espressa anche la sindaca Susanna Biondi: “Per noi è stato un colpo al cuore. In paese c’è massima riservatezza sulle vittime. Neanche noi sappiamo chi sono. Siamo però pronti ad aiutare. In Comune è attivo uno sportello e un numero verde rivolto ad altre eventuali vittime che vogliono farsi avanti ma anche a genitori che chiedono aiuto per come spiegare quanto accaduto ai figli”. Già, quali conseguenze psicologiche potranno ora esserci per questi bambini?. Oltre a volere la verità e, in caso il sacerdote fosse davvero colpevole, una condanna pesante, la comunità di Busto Garolfo esprime tutta la propria preoccupazione per quanto potrebbe succedere nella psiche dei bambini che avrebbero subìto gli abusi.

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